Se vogliamo dare un significato alla
psicologia "analogica" possiamo usare la metafora di un teatro nella
quale viene interpretata da parte di attori la recitazione di una
qualsiasi rappresentazione teatrale di qualche autore.
Ciò che lo spettatore che assiste alla
commedia vede è: l'interpretazione "logica" del messaggio diretto che
gli attori intendono comunicare.
Ma, tutto il lavoro che gli attori
mettono in atto, diviene possibile attuarlo solamente tramite il lavoro
nascosto che tutti gli addetti ai lavori del teatro mettono in opera —
regista, scenografo, tecnico delle luci, costumista, e altri..
Tutto questo corollario di personaggi
incollati alla recita degli attori principali è assolutamente necessario
che esista al fine di permettere che la recita degli attori funzioni.
Ma questi addetti, non sono direttamente
visibili al pubblico.
Quindi queste figure operative sono
essenziali all'operato degli attori senza che questi siano direttamente
conosciuti dal pubblico, cioè rimangono invisibili, sono: "analogici”.
Quindi se vogliamo rappresentare la
"psicologia logica", la possiamo accomunare agli attori che interpretano
una recita, avente un significato interpretativo logico. Rappresentiamo
quindi la "psicologia analogica", negli addetti al lavoro.
Perciò:
- la "psicologia logica", (come gli
attori), possiede un significato visivo, uditivo, cenestetico,
conosciuto tramite la nostra razionale consapevolezza degli aspetti
della vita.
- la "psicologia analogica", (come
addetti al lavoro), non possiede un significato preciso in quanto si
genera e costruisce adattandosi di volta in volta a quello che
richiede lo svolgimento della recita finale, e rimane sempre
invisibile a qualsiasi razionalità, ma esiste come parte primaria al
buon funzionamento della psicologia logica.
Questo fatto, conduce a un preciso
risultato: senza "psicologia analogica", non può esserci la "psicologia
logica". La psicologia analogica è, essenzialmente, il motore, o meglio
dire il burattinaio della psicologia logica.
cos’è il pensiero analogico?
Si definisce analogico quel pensiero che
fa a meno delle parole. Benché in questo campo le definizioni siano
ancora tutte da scrivere, per ritardi culturali che solo oggi si stanno
superando, si può tentare una sistemazione teorica del seguente tipo. La
conoscenza è rappresentazione. Le rappresentazioni si possono affidare a
qualcosa che conserva somiglianza con l’oggetto del conoscere (ad
esempio: l’immagine) o a qualcosa di più astratto che con l’oggetto del
conoscere ha solo un rapporto convenzionale (ad esempio: la parola).
Quando la realtà viene indagata con gli strumenti del pensiero mediati
dalla parola, il logos, (o da altri strumenti astratti quali i
numeri, le formule matematiche, ecc.) entriamo nel territorio
controllato dalla “logica”. Viceversa siamo nel territorio
dell’analogico.
Che possa esistere un pensiero analogico
è sembrato finora una idiosincrasia per una cultura, quale quella
occidentale, da sempre fondata sulla filosofia classica. Ancora oggi
molte teorie, emerse soprattutto in ambito psicologico, guardano
all’analogia come ad un processo logico di “sostituzione” o di
“traslazione”. Ovvero, alcune caratteristiche sono più facilmente
descrivibili e conoscibili ricorrendo ad un modello “analogico” che
aiuta la mente a comprendere concetti diversamente di difficile
assimilazione. Un esempio può essere la descrizione del funzionamento
dell’atomo “come se fosse” un piccolo sistema solare, o il modo in cui
molte religioni descrivono la vita dopo la morte in forme “analoghe” a
quelle terrene.
In realtà il pensiero analogico è
qualcosa di diverso: è soprattutto pensare per immagini. Ed è quanto
abitualmente fanno gli artisti, in quanto sono come guidati
automaticamente nel compiere il lavoro che "sentono dentro" di
rappresentare. Da qui nasce una specificità che la cultura occidentale
non ha mai pienamente inquadrato: un’immagine può essere descritta a
parole, ma solo fino ad un certo punto. Oltre, le parole non hanno più
senso, ma rimane qualcosa altro che solo l’immagine potrà direttamente
comunicare.
serve conoscere la psicologia analogica?
Certo, perché senza conoscere cos'è, e come
funziona la psicologia analogica (il lato oscuro della mente),
all'interno della nostra mente e in quella di chi ci sta vicino, come i
nostri compagni di vita, quali: coniuge, amante, amici, parenti e i
nostri collaboratori nel lavoro, sarebbe come guidare a fari spenti
nella notte, in una strada che ci conduce verso un baratro.
E quando si dice baratro, significa subire
tutti quegli inganni nei vari contesti della vita, anche da parte di
persone che conosciamo solo "logicamente".
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